venerdì 29 marzo 2024

Oliva Denaro - Viola Ardone

Ultimamente mi capita spesso. All'inizio lo giudicavo male, mi pareva una robetta trita e anacronistica, mi suonava fesso come una campana con un'incrinatura, soltanto un libro furbettino e leggerino, e poi mi sono dovuta ricredere: tanto leggerino non lo è, c'è del vero in queste pagine. Mi pareva che a proposito delle differenze tra donne e uomini nell'Italia conformista e perbenista e bigotta e rurale e superstiziosa degli anni cinquanta-sessanta, non ci fosse più niente da aggiungere che non fosse già stato detto/scritto. E ancora, mi dicevo: per lo meno ci sarebbe da inventarsi una forma, una struttura diversa dal solito: e invece no, perché anche la struttura qui rivela un'eleganza innovativa. L'elemento che ha scatenato il mio ripensamento, in questo caso, è stato leggere tra le recensioni che il romanzo è ispirato ad una storia vera: dunque ha l'indubbio merito di averla saputa ricostruire e rielaborare; e anche nelle parti di fiction che lì per lì possono sembrare improbabili, qualcosa di più o meno realistico deve per forza esserci. L'arretratezza mentale e culturale che qui si racconta è un dato di fatto, e grazie al cielo inizia a far parte della Storia. E l'attualità che qui si racconta sta nel meccanismo perverso per cui un uomo si incaponisce sempre su quella donna che non lo vuole, e analogamente lo stesso succede alle donne, innescando così catene di malelingue, di taglia-e-cuci e catene di Sant'Antonio di incomprensioni non solo tra uomini e donne ma anche e soprattutto all'interno delle famiglie.

Altro merito e altro elemento di realtà: tra tanti romanzi capitatimi tra le mani ambientati nel Sud Italia, questo è uno dei pochi che contempla effettivamente i metodi mafiosi di ricatto e intimidazione. Gli altri di solito sembrano propendere per quella tesi secondo cui "la mafia non esiste".


Come già hanno osservato in tanti, c'è un bel rapporto padre-figlia, a mio avviso bello perché fatto tutto di dubbi e nessuna certezza. E anche Oliva: bel personaggio perché fatto tutto di sfumature, non è mai tranchantOliva non è di immediata comprensione: non lo è per il lettore e non lo è nemmeno per sé stessa, allorquando, voce narrante, dichiara una cosa ma il suo corpo e le sue sensazioni ne dimostrano un'altra. E del resto, questo è il succo dell'adolescenza, e tanto di cappello all'autrice che l'ha ricostruita con il giusto passo.


La violenza, sia fisica che psicologica, con tutti i conseguenti dubbi e paure e paradossali sensi di colpa, è qui presentata e approfondita molto molto meglio che nel libro di Stella Poli il quale vorrebbe - in teoria - essere più diretto e scarno e poco romanzesco.
Dunque il giudizio è estremamente positivo anche con la presenza di quei lievi difetti e/o stonature*) che a inizio lettura mi hanno distratta dal guardare l'opera in maniera più generica e complessiva.

   

*) Di primo acchito, rilevo parecchie ripetizioni: l'espressione "languore di stomaco" viene usata un'infinita infinità di volte. Non si poteva trovare un sinonimo, un succedaneo (già che parla di buon uso del vocabolario)? Stessa cosa per la "fitta al basso ventre", usata sia in senso di emozione positiva, che in senso negativo, e anche fisiologico.

Altra cosa che salta all'occhio sono gli anacronismi: il problema dei mestieri declinati al femminile (essenzialmente i soliti sindaca e ministra) è una faccenda troppo recente, negli anni cinquanta/sessanta non era venuto tanto in mente nemmeno alle femministe più navigate, figurarsi a una ragazzina di quindici anni nella profonda provincia del sud. Dice che nel vocabolario non ci sono queste parole al femminile: ma nel vocabolario tutti i termini, aggettivi e sostantivi, sono al maschile...!

Stesso discorso quando la ragazzina osserva che la sorella maggiore non esce più di casa, che è come murata viva: ma il concetto dell'"uscire di casa" per svagarsi, per stare in compagnia, per prendersi il proprio tempo e i propri spazi, è una cosa tanto più contemporanea rispetto il mondo e l'epoca in in cui è ambientato il romanzo!

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