martedì 28 novembre 2023

L'uomo che sussurrava ai cavalli - Nicholas Evans

 Il nome Evans mi fa pensare prima di tutto al musicista e compositore: in tutti questi giorni, ogni volta che ho preso in mano il volume con la scritta "Evans" a caratteri cubitali, ho sempre avuto la sensazione, in sottofondo, di ascoltare una storia di Bill Evans e non di Nicholas Evans. Ma va bene lo stesso.

Ancora una lettura della serie "dalla celluloide alla carta". Se uno guarda il film si trova ad avere a che fare con una faccenda oggettivamente un po' gnocca: storiella banalotta, belle ambientazioni, e vabbé.
Mi ha sorpreso positivamente scoprire che nel libro c'è di più: la trama è un poco più complessa, la costruzione è un lavoro a tutto tondo, un romanzo coast-to-coast (quasi) progettato sull'andata-e-ritorno oltre che, com'è ovvio, sulla formazione. Rispetto al film c'è più storia delle famiglie, più sfumature psicologiche, e si sottolinea maggiormente la riedizione - stavolta targata anni novanta, aspetto interessante e piacevole della faccenda - della conquista della frontiera. Il tema delle difficoltà derivanti dell'invalidità e dall'uso di una protesi è affrontato molto più apertamente e schiettamente. Al netto di qualche romanticheria del tutto gratuita, nel suo piccolo ha un'ottima completezza, ha quella "rotondità" che fa amare le ore di lettura trascorse in compagnia del libro e del suo autore.

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